Come prima cosa devo rammentare che un
buono ed onesto rapporto con il vostro riparatore è la prima cosa da
ottenere; di conseguenza, sappiate che l’orologio preciso è un
illusione che l’uomo rincorre da svariati anni, ed anche con
l’evento dell’elettronica in orologeria non si è risolto questo
problema anche se si sono ottenuti buoni risultati.
“Forse
che Dio volle così? A voi la risposta, a me solo il dovere
professionale per darvi consigli utili al fine di rendere più contenti
voi ed avere meno problemi io”.
Ricordate che la buona
manutenzione del vostro orologio, come del resto tutte le macchine,
visto che è di ciò che si tratta l’oggetto che avete al polso, va a
vantaggio della durata del vostro CONTATEMPO
e della durata della sua
vita.
Analizziamo
alcuni aspetti del vostro orologio
Se l’orologio è in
cassa classica ed è il tipico orologio anni ’30 -
’60 con il fondello (coperchio inferiore che chiude la cassa) a
pressione e non a vite ricordatevi che non è resistente all’acqua e
che incorpora un numero esagerato di posti nel quale la polvere entra,
immaginiamo l’acqua, quindi leviamolo dal polso quando ci laviamo le
mani, e consiglio, riponiamolo in tasca e non appoggiamolo dove capita,
quando ci verrà in mente di lui non sarà sul lavandino
dell’autogrill (se ancora la è) ma con noi.
Così facendo prevenite molte ossidazioni di ruggine di molte parti del
movimento tra le prime tutte quelle della parte subito adiacente alla
corona di carica (pirolino che girate per caricare l’orologio) del suo
albero e di tutto il gruppo di leve e bascule relative denominato della
“messa allora” (regolazione delle lancette ).
Se invece l’orologio era previsto impermeabile tutto ciò è meno
probabile.
"Ricordate
che non è sempre vero che un orologio sia impermeabile solo perché
c’è scritto sul fondello water resistent o waterproff".
Per verificare ciò esiste più di una macchina a disposizione degli
orologiai, ed a tale proposito è buona regola far provare
periodicamente questa caratteristica almeno quando si prevedano periodi
di permanenza in acqua frequenti (vacanze estive), l’impermeabilità
non è cosa certa e data e può venire a meno quando non ve lo
aspettate.
A
tale proposito mi sembra utile darvi un consiglio nel caso vi trovaste
nella disgraziata situazione di accorgervi che è entrata acqua nel
vostro orologio.
La prima cosa a cui dovete pensare è rivolgervi ad un
orologiaio subito e farlo pulire al più presto, sappiate che bastano
solo due ore per ridurre un orologio invaso da acqua salata in un blocco
di ruggine.
Se ciò si rivelasse impossibile od a lungo termine, come temporaneo
rimedio si può chiudere il nostro orologio in un barattolo di vetro
completamente pieno di olio qualsiasi, meglio se minerale, ed al più
presto dare il tutto al vostro orologiaio di fiducia che si metterà sì
le mani nei capelli ma avrà qualche possibilità di recuperarvi
l’orologio, visto che così facendo avrete limitato l’ossidazione
almeno della parte meccanica, non quella del quadrante per esempio, la
cui rovina è praticamente immediata per contatto con l’acqua.
Meglio ancora se non fidandovi del riparatore che avete trovato ma non
conoscete, ve lo fate aprire ugualmente e così aperto lo annegate nel
barattolo.
Non pensiate di asciugare voi l’orologio con l’asciugacapelli
fareste più guai di quelli già fatti.
Disgrazie a parte è buona regola non immergersi immediatamente dopo
un’esposizione lunga al sole con l’orologio troppo caldo,
l’improvviso raffreddamento della cassa e del vetro se di plastica
potrebbe non riproporre nelle stesse condizioni di impermeabilità
dell’orologio dovuta alla non aderenza e coesione dei vari materiali
dilatati per esempio tenuta del vetro con la cassa.
Ad
ogni sostituzione del vetro fate controllare l’impermeabilità, alcuni
vetri in policarbonato possono essere lucidati se con graffi (a
discapito dello spessore) ma recuperati e non necessariamente
sostituiti.
A tale proposito, la sabbia crea graffi a volte profondi difficilmente
recuperabili anche su casse in acciaio, se potete andate in spiaggia con
orologi di plastica “usa e getta” è sicuramente meglio.
Non è certo ambiente adatto quello della sauna od il bagno turco,
l’eventuale pulizia del bracciale se di metallo viene fatta dai
laboratori con il supporto di lavaggi ad ultrasuoni e da professionisti,
voi potete solo in parte raggiungere tale scopo utilizzando un vecchio
spazzolino da denti.
E' da sfatare la credenza che facendo la doccia con indossato
l’orologio si pulisca anche il bracciale.
Acqua a parte, per principio tenete qualsiasi pezzo che si possa
occasionalmente staccare dal vostro orologio tipo corona di carica,
vetro, ghiera che tiene il vetro, pulsanti ecc... e datelo al vostro
riparatore al momento che chiedete la sostituzione.
Ponete attenzione alle vibrazioni create da utensili, da un pezzo fatto
su ciotolato in bicicletta o da una partita a tennis, sappiate che tutte
le vibrazioni si ripercuotono all’interno dell’orologio a spostando
la racchetta di regolazione dove vuole il fato e non dove l’aveva
posizionata l’orologiaio.
Non
lamentiamoci se dopo l’orologio non è più esatto come prima!
Tenete d’occhio lo stato di conservazione del cinturino e pretendete
che si ponga attenzione ad ogni suo cambio alle pompette o (barrette di
tenuta) che lo trattengono alla cassa anche se a ciò dovrebbe pensarci
chi vi fa tale sostituzione.
Non comprate cinturini che siano troppo larghi tra le anse della cassa
rischiereste di perdere l’orologio. Ad esempio, se lo spazio è di 18
mm il cinturino deve essere largo 18 mm.
Avvicinandoci
ai problemi del cronografo
si inizi a considerare la foggia dei tasti.
I più comuni sono aperti periscopici nella cassa, di forma (ad oliva o
rettangolari) a pompa, così chiamati per la loro forma tipica, a vite
come ulteriore protezione ad acqua e polvere.
Con i primi non si ha assolutamente la tenuta a polvere e acqua, c’è
solo una leggera battuta interna, che chiude gli spazi di scorrimento
tra cassa e tasto ed a volte neppure quello.
I secondi quelli a pompa sono nei confronti dell’acqua più affidabili
ammesso che si verifichino le guarnizioni interne allo stesso, quelli a
vite aggiungono un serraggio ad eventuali azionamenti del tasto oltre
che ad un filetto meccanico che fa da tenuta ulteriore, ammesso che il
tasto sia serrato, come pure va serrata la corona di carica se a vite
(tipo Rolex) per intenderci.
Va ricordato che il cronografo è una funzione occasionale e come
tale va usata occasionalmente, l’uso permanente di tale funzione va a
discapito della precisione del vostro orologio in quanto si vanno a
sommare una serie di ruote con i relativi attriti alla parte principale
del movimento, attriti che se di grande entità possono arrestare
l’orologio.
Se azionando il cronografo si verificassero blocchi dei tasti non
spingete ulteriormente potreste danneggiare le leve o altre parti della
cronografia irrimediabilmente ed in cronografi d’epoca obbligare
l’orologiaio a ricostruzioni onerose per voi.
Non usate i tasti di cronografia con l’orologio bagnato potreste
pompare all’interno quella goccia d’acqua appoggiata nella battuta
del medesimo.
Parlando di riparazioni accertatevi che sia il laboratorio a cui
consegnate l’orologio ad eseguire il lavoro e rammentate che in
“Svizzera non torna nulla” come invece il più delle volte vi
sentirete dire!
Non abbandonate il vostro orologio oltre il tempo prefissato della
riparazione, ciò va solo a vostro discapito, una volta riparato
l’orologio va provato sul vostro polso, l’orologiaio oltre a quello
che gli serve non carica per voi l’orologio tutti i giorni ed in molti
laboratori oltre i tempi necessari per la riparazione ed alcuni lasciati
per il ritiro dell’oggetto non si rendono responsabili della
detenzione del medesimo per eventuali furti smarrimenti o rapine.
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E’
vostro diritto avere una garanzia per la riparazione e sappiate che
eventuali scheggiature ammaccature o parziali rotture sono sinonimo
di cadute o urti che fanno decadere ogni garanzia di riparazione.
Ad
ogni buon conto ricordate che non tutte le ciambelle riescono col
buco ed è a tale proposito che esiste un periodo di garanzia che
ogni laboratorio prefissa a piacere per poter se necessario
correggere anomalie e disfunzioni varie, non sempre un
malfunzionamento è sinonimo di cattiva riparazione.
Accettate
di buon grado il riconoscimento da parte del riparatore di difetti o
mancanze di parti (pietre preziose) riscontrate al momento del
ritiro potreste sino a quel momento non esservene accorti ed
accorgervi solo al momento del ritiro con spiacevoli discussioni.
Pretendete
un preventivo scritto al momento della consegna e tenete presente
che per operazioni di restauro complesse non è sempre possibile
quantificare il costo e se alcune parti del vostro orologio vengono
sostituite chiedete se sono originali simili o di quale ulteriore
aspetto.
La
ricevuta del ritiro del bene è un atto importante per ambedue le
parti. Obbliga il commerciante al riconoscimento del pezzo con tale
foglietto ed il proprietario alla riconsegna del medesimo per il
ritiro dell’oggetto.
L’orologiaio
non è tenuto a riconoscervi fisicamente e potrebbe riconsegnare il
vostro orologio a chiunque in possesso di quel pezzettino di carta,
abbiate cura di tale ricevuta e se la perdeste datene immediata
comunicazione.
Non
spingete mai la riparazione oltre i tempi previsti dal riparatore
avrete riparazioni per lo più eseguite frettolosamente. Chiedete al
momento del ritiro come andrà il vostro orologio una volta riparato
e che tipo di esigenze potrete avere, è meglio non essere illusi.
Per quanto riguarda la possibile proposta della sostituzione del
movimento spesso propinata, la si prenda in considerazione come
ultima soluzione, dopo aver interpellato più di un riparatore, e
sapendo che non si avrà più il valore dell’orologio attuale ma
solo il suo funzionamento e quasi mai il suo aspetto originale.
E’
altresì buona cosa possedere una fotografia dell’orologio con i
relativi dati, nel caso malaugurato l’oggetto fosse rubato avremo
in mano concrete indicazioni da inserire in una denuncia, l’unica
possibilità per potersene riappropriare ritrovandolo.
Per
quanto concerne gli orologi da tasca molto può valere per quanto detto
poc’anzi per gli orologi da polso.
Alcune differenze si possono considerare per gli orologi
da tasca, tipo: la pulizia e l’eventuale lucidatura
della cassa specialmente se d’argento la si può effettuare con
apposite ovatte già impregnate di polish avendo l’accortezza di
manipolare l’oggetto a pochi centimetri dal piano di un tavolo
possibilmente ricoperto da una soffice tovaglia si eviterà in questo
modo che allo scivolamento tra le mani dell’orologio quest’ultimo
non debba accusare colpi violenti; non si usi comunque prodotti liquidi
dove la cassa e l’orologio insieme vengano immersi (per ovvi motivi di
allagamento) e sono altresì da escludere prodotti cremosi “SIDOL” e
similari, poiché seppur buoni prodotti non fanno al caso nostro, in
quanto lascerebbero negli interstizi di eventuali lavorazioni a sbalzo
della cassa residui visibilmente fastidiosi e difficilmente asportabili,
di pietra pomice o altri abrasivi solitamente contenuti in questi
pulitori per metalli usate ovatte impregnate di sostanze chimiche
decapanti o di feltri creati per lo scopo.
Particolare attenzione si ponga nel caricamento dell’orologio da
tasca, specialmente se si ha a disposizione una corona di carica di
grosse dimensioni, pensiamo che più grossa è la corona di carica più
si ha a disposizione una leva maggiore a parità di forza applicata
sull’albero centrale di carica.
Risultante una maggiore possibilità di rompere o strappare la molla di
carica.
Cercate quindi di trattenere tra le dita la corona di carica quel tanto
che basta poiché la stessa non scivoli tra le dita, avremo in questo
modo una sensibilità maggiore e avvertiremo subito la molla
completamente caricata. Assolutamente è da evitare il contrario
dell’operazione, cioè trattenere solidamente in mano la corona e
girare l’orologio, per quanto vi possa far sorridere la cosa, sappiate
che ciò avviene spesso e volentieri non solo per gli orologi da tasca
ma anche per piccole sveglie.
Nel momento in cui si rimette l’orologio all’ora giusta, si ponga
attenzione ad eventuali incespicature sul quadrante o sovrapposizioni
delle lancette; qualsiasi cosa si interponga a questa operazione non si
forzi ulteriormente.
Per quanto riguarda il quadrante se accessibile non si usi per pulire né
solventi né acqua, né tanto meno pezzuole di qualsiasi materiale: si
rischierebbe con un panno di strappare le lancette e di rovinare la
numerazione.
L’anticipo
o il ritardo dell’orologio da tasca, proprio perché più facilmente
apribile rispetto a quello da polso, non deve essere fatto assolutamente
dal possessore, bensì dall'orologiaio, si sappia che tale regolazione
si trova nella parte più delicata dell’orologio, il suo cuore.
Oltremodo una chiusura ben fatta da parte dell’orologiaio prevede
della cera o del grasso siliconico nella battuta di chiusura della cassa
al fine di evitare che con gli sbalzi termici la cassa dilatandosi
aspiri come un polmone dall’esterno meno polvere possibile.
La moneta nella tasca rovina a volte irrimediabilmente con ammaccature e
graffi le casse che quasi mai vengono messe nel “panciotto” come una
volta.
"Consiglio spassionato a molti collezionisti è quello di non andare
al lavoro con un orologio da tasca d’alta epoca solo per poterlo
esibire, l’uso di tali oggetti deve essere occasionale e non
frequente, non tralasciamo le usure dei perni e di tutto il resto, in
pratica non andiamo al lavoro con una “Balilla” d’epoca usiamo
”un utilitaria dei giorni nostri”.
Tornati a casa dal lavoro, ci ritroviamo in casa con la nostra pendola
d’epoca e per lei ci sono altre considerazioni da fare.
Anche se di forma ed aspetti diversi ci sono consigli comuni per
tutte le pendole.
Partendo col considerare l’esterno del mobile sappiate che il mobile
del pendolo è a tutti gli effetti come un mobile d’antiquariato in
genere e quasi sempre se non moderno lucidato a gommalacca. Vernice
usata ai tempi ed oggi dai restauratori per rinfrescare le lucidature
d’epoca sensibile ad umidità, calore, alcool e solventi in generale,
ivi compresi quelli per pulire vetri ed ottoni, in quanto i primi
contenenti quasi sempre alcool ed i secondi ammoniaca. Pulite comunque
con prodotti appositi il mobile periodicamente come vi può consigliare
il vostro restauratore e fate ciò con l’orologio a pendolo appoggiato
su di un tavolo se è solitamente appeso e prima di staccarlo dal muro
levate il pendolo con la sua asta, l’asta del pendolo se rimane
attaccata potrebbe fare oscillare lo stesso oltre la sua ampiezza di
oscillazione normale causando rotture nel movimento oppure portandolo
“fuori battuta” come dicono gli orologiai ed avere poi il famoso
orologio a pendolo che va solo se appeso storto.
Come le lancette dell’orologio da tasca prima menzionato anche per le
pendole si deve porre lo stesso riguardo, non spolverate mai il
quadrante e le lancetta con stracci usate se necessario un pennello e
usatelo dal centro verso l’esterno, la stessa precauzione va adoperata
per mobili intarsiati o addirittura i tipi “boulle” il cui intarsio
è di ottone e tartaruga, il primo appiglio dato allo straccio da modo
allo stesso di strapparvi l’intarsio.
Se dovete pulire i vetri della vostra pendola usate eventualmente i
prodotti vari spruzzati sullo straccio e non sul vetro evitate di
spruzzare sulla lucidatura i prodotti come già detto.
Prima di pulire gli ottoni chiedete al vostro restauratore se sono
dorati od addirittura zapponati (rivestiti di una pellicola trasparente
protettiva) nel caso sappiate che non vanno puliti con nulla, ma solo
spolverati a secco.
Non spostate mai gli orologi a pendolo con il pendolo attaccato e se ci
sono pesi attaccati.
Evitate se l’orologio è da appendere di posizionarlo sopra un
calorifero ed appendetelo ad una altezza facile per caricarlo.
Il gancio che reggerà l’orologio non deve essere perpendicolare al
muro ma inclinato verso l’alto in modo tale che il peso stesso
dell’orologio porti lo schienale ad appoggiarsi completamente ed a non
rimanere scostato nella parte alta.
Se avete un pendolo a colonna verificate che aprendo l’antina rimanga
stabile ed in ogni caso se esistono bambini in casa assicurate la parte
alta della pendola nella parte posteriore con un gancio a muro ed uno
spago eviterete la caduta accidentale della pendola se urtata.
Osservate che il pendolo oscillando non strofini da nessuna parte, e
non preoccupatevi particolarmente se lo vedrete oscillare di più da una
parte che dall’altra.
Se l’orologio non dovesse funzionare sappiate che non è
sovraccaricandolo che si risolve il problema anzi molto spesso si
peggiora la situazione oltre che a rovinare la molla.
Dopo un periodo lungo di non funzionamento non caricate mai subito tutta
la molla date solamente tre o quattro giri alla chiave e solamente il
giorno dopo caricatela completamente farete in modo che le
lubrificazioni specialmente quelle contenute nel bariletto della molla
raggiungano tutte le parti dovute.
Quando rimettete all’ora giusta la pendola spostate le lancetta
dei minuti automaticamente quella delle ore vi seguirà
proporzionalmente e solo in senso orario.
Girando le lancette quando si passa nel punto in cui si deve sentire la
suoneria fermatevi ed aspettate che questa finisca di suonare potreste
se andate avanti sfasare la suoneria e potreste trovarvi nella
situazione poi di udire un numero di colpi non giusto con quello che vi
segnano le lancette.
Ci sono anche orologi che non hanno questo problema ed in tal caso è
cosa che gli orologiai di solito vi dicono (se si ricordano) quando
ritirate la pendola dalla revisione.
Anche
i quadranti delle pendole sono sensibili a deterioramenti per uso
improprio di solventi o detergenti spolverateli con il pennello asciutto
e basta.
Quando caricate una pendola che sia a pesi od a molle rilasciate la
chiave o la catena accompagnandola eviterete strappi alla ruota cricco
che potrebbe rompersi creando a volte seri problemi alla mano che non ce
la farebbe a reggere la spinta contraria della molla.
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